martedì 24 febbraio 2009
Gli ultras assaggeranno...
Ultras, lista nera di nomi e locali: "Ecco la verità sulle notti bianche"
Parlano i tifosi che hanno contestato domenica il Napoli. "Ora la squadra, a giugno tocca alla societa" Curva B contro la società. Curva A contro la squadra. Il primo azzurro, l´altro nero. Caratteri grafici uguali. I due striscioni erano lampi di guerra. Voi Ultras, li avevate preparati? «Tutto spontaneo». È una bugia, continuiamo? Dall´assedio è passato un giorno. Tristissimo lunedì dei rimorsi. La società è furente, ha dovuto subire la contestazione di tifosi non gestiti. Il Napoli si distingue, denuncia persino, una rarità nel calcio spergiuro di presidenti complici, di mercanti e faccendieri. La squadra è invece scossa, chi pensa di andar via, chi abbassa la testa. Urlavano e cantano gli Ultras: rabbia e sarcasmo dopo la decima sconfitta, ora solo poche parole. Ma dure. Uno parla, ma è come ascoltare tutti i cinquecento del lungo assedio di Fuorigrotta.
È cominciata la dittatura dei tifosi? «Da due mesi ci montava dentro questa rabbia. A Napoli strade e locali hanno orecchie. Camerieri, gestori di night, di ristoranti: tutti raccontavano tutto. C´è una lista nera. Per noi, sapere che il Napoli perdeva quota, che i giocatori vivevano alla grande è stato terribile. Con i soldi che guadagnano».
I vostri soldi. Vi sentite derubati dalle notti bianche dei calciatori? «No, presi in giro. Io lavoro e come me quasi tutti. Abbiamo la possibilità di andare in discoteca o al ristorante come loro. I giocatori, quei cinque o sei, li contestiamo. Non perché rubino i nostri euro, no. Loro rubano i nostri sogni. Alcuni di noi fanno sacrifici per pagare il biglietto o il viaggio, come a Lisbona..».
Pagano il biglietto o il viaggio. Lo rimarcano con orgoglio. Gli Ultras del Napoli sono voci libere. Non prendono soldi, non chiedono favori, non trafficano biglietti sottobanco. È un movimento depurato da Procura e Digos. Sono stati liberati gli Ultras da infiltrati che confondevano gol con tangenti, bandiere azzurre con bombe carta per i ricatti, la fede con le estorsioni. Sono fanatici forse, corrotti no. Tra questi l´altra sera c´erano anche ragazzi con precedenti penali, «ma sono stati i più tranquilli», riferiscono i funzionari di polizia. Il vicequestore Alberto Francini ha evitato uno sgombero forzato del piazzale secondo i metodi classici di chi gestisce l´ordine pubblico: la mediazione. Marino accettò l´incontro, si espose. Il Napoli chiedeva di far parlare solo quattro o cinque, i leader pretesero che ascoltassero tutti. «E tutti sono stati in religioso silenzio ad ascoltare», si vantano gli Ultras. Hanno mantenuto la parola. Volava però certe frasi: «Sono mercenari. Mangiano, bevono, fanno tardi la notte». E Marino, mano destra sul petto, giurava: «Io ci metto il cuore, per il Napoli. Anche i giocatori sono dispiaciuti per questo brutto momento».
Ma gli Ultras contestano solo la dolce vita? «Poco impegno negli allenamenti. Molte distrazioni. Li vogliamo seri».
Mica tutti si distraggono. Chi? «Facciamo prima a dire i nomi dei bravi. Cannavaro, Montervino, Francesco è un esempio di serietà, Hamsyk un campione vero, Iezzo, qualche altro». Mancano nomi importanti: Lavezzi, Navarro, Gargano, Blasi.. «Si fermi, non facciamo noi i nomi di chi deve rigare dritto. Si conoscono, tanto. Discoteca La Mela, ristoranti di Mergellina, via Partenope.. Si sa tutto. Devono dimostrare di essere campioni. Se guadagnano da campioni. Tribuna e Distinti hanno fischiato. Noi li avevamo sostenuti sempre. Era il momento di parlare chiaro. Devono lavorare».
Vigilerete, vi saranno le ronde Ultras? «Non tocca a noi. Li avevamo avvertiti». Vi sarebbe stata una visita in ritiro la settimana scorsa. Poi gli striscioni. «Il calcio non è cinepanettone», in Curva A. «Chiedete il nostro sostegno dopo due mesi senza impegno. È questa la nostra posizione: per voi è l´ultima occasione», in B. La squadra non l´ha colta, 0-1 con il Genoa, due punti in sette gare, un disastro.
Ma una società può mai piegarsi al vostro diktat, non è violenza questa? «Chi pensa questo mi spieghi: non è violenza quella dei dibattiti televisivi. Parole, parole, senza parlare chiaro».
Nell´incontro con Marino sono stati accusati solo i giocatori. «A Marino è stato detto che della società parleremo a giugno. Il modello Udinese per noi non va bene. La società ha avuto un bonus. Ha salvato il calcio a Napoli. Abbiamo tollerato acquisti modesti, nomignoli e nometti, per quel bonus che sta per scadere».
Siete soddisfatti a metà? «Non siamo soddisfatti. Siamo seri, come si è dimostrato dopo Roma-Napoli, fummo ingiustamente accusati. La magistratura ha fatto chiarezza ed il suo giornale pure. Gente seria come noi merita rispetto. Così come Napoli chiede grandi acquisti».
È un ultimatum anche questo? «Per la società vale due volte. A giugno deve tirare le somme e buttare fuori i poco seri se in questi mesi non cambiano. Poi, il mercato. Il Napoli deve essere il grande club che è stato. Campioni veri. E uomini veri».
Farete altri striscioni e altri assedi? «Tutto spontaneo sarà».
C´è da temere? «Siamo corretti e lo saremo. Vediamo loro, adesso».
sscnapoli ssc napoli