Fonte: di Luca Cirillo
SANGUE AZZURRO – Per la maglia Hugo farebbe qualsiasi cosa. Giocherebbe anche senza quel polpaccio che ha muscoli più grandi della norma. Scenderebbe in campo legato, con una sola scarpa, a torso nudo e con il numero inciso sulla pelle. Si perché lui sa cosa vuol dire soffrire per un obiettivo, rincorrere gli avversari e la vita. Contro il Chelsea Campagnaro ha dato il sangue alla causa nel vero senso della parola. Sfidiamo chiunque a giocare con un taglio di 10 centimetri sulla testa contro Drogba, Mata e compagni. Di rosso c’era solo il colore naturale del fuoco che gli scorre nelle vene. Per il resto si è trattato di sangue azzurro, sangue da nobile partenopeo.
NAZIONALE MERITATA – Il calo nelle ultime settimane c’è stato. Se il difensore argentino è andato in apnea è anche perché evidentemente Mazzarri non si è fidato né di Grava (ora finalmente recuperato) né di Fernandez che trova nel ruolo di centrale, e non centro-destra, una maggiore predisposizione. “Ho sentito tac”. A Firenze Campagnaro era uscito dopo pochi minuti a causa di un risentimento al polpaccio, ma poi ha stretto i denti per essere in campo ieri sera. La notte del San Paolo, la notte delle notti, quella che si sogna da bambini: non poteva e non voleva mancare. La testata con Drogba a gioco fermo sembrava l’ennesimo accanimento della malasorte, ma Hugo, ancora una volta, ha chiarito a tutti, malasorte compresa, che con lui è difficile fare i conti. Nonostante il sangue scivolasse via in cascata sotto il vistoso bendaggio, Campagnaro, di testa, le ha prese tutte lui e nei contrasti non ha risparmiato nessuna parte del corpo. Se non vanno applauditi questi giocatori, diteci voi chi bisogna elogiare. Domenica c’è l’Inter, squadra contro cui, all’andata, andò anche in gol, poi per lui sarà Svizzera – Argentina, il coronamento di un sogno, l’albiceleste. Non c’è tempo per fermarsi per chi, come lui, ha la strada sempre in salita e l’imperitura voglia di scalarla.