giovedì 15 settembre 2011

Cavani: "Sono un vulcano, che bello segnare in Champions"

Ci mette tempo per carburare ma alla fine è lui a portare in vantaggio gli azzurri
Fonte: Corriere dello Sport
Eccolo là, felice come nei giorni migliori, con gli oc­chi che spirigionano messaggi all'in­finito e le braccia larghe, come se ancora volesse ringraziare il Cielo:
«E' chiaro che dentro di me sono un vulcano, è stato bellissimo» .
Riecco­lo là, famelico come un anno fa, pro­lifico come in passato: e il matador ( cortese) che ora si lascia sfiorare dal vento la capigliatura, spazzolan­dola con le mani, è la riproduzione fedele del Cavani finito negli archi­vi con i suoi ventisei gol in campio­nato e le sette reti in Europa Lea­gue:
«Però è anche vero che il sapo­re della Champions è diverso. Co­minciare in questo modo ti dà cari­ca. Sono contentissimo di essermi sbloccato e di averlo fatto qua, in questo stadio, con questa avversa­ria, in questa atmosfera magica» .
L'ATTESA -Un'ora e mezza rappresen­ta il nulla nella dimensione calcisti­ca, ma quella macchina perfetta del gol, il figlio ideale di ogni mamma, il bomber tagliato su misura per qual­siasi squadra, pareva già imballata dalla ruggine: un'ora e mezza, dun­que niente; però, Lavezzi c'era, Hamsik c'era e Cavani, ahilui, nel tabellino dei marcatori s'era ritro­vato fuori. La Coppa America, le va­canzeridotte, la preparazione diffe­renziata: una sola, miserabile parti­ta per avvertire, nel passaparola, quel pizzico di diffidenza che ac­compagna l'astinenza d'un centra­vanti. L'ora e mezza dopo, nella Manchester tinteggiata d'azzurro napoletano, con quattromila tifosi esaltati proprio sotto i propri occhi, Cavani ricompare a modo suo, scat­to straripante, appog­gio fornito a Maggio per l'assist, poi il dia­gonale che strapazza il « Mancio » e gli mette paura:
«E' stata una azione rapidissima, siamo stati capaci di ribaltare il fronte in pochissimi secondi, abbiamo sfruttato una loro leggerez­za ma ci abbiamo messo del nostro. Devo anche dire che però prima eravamo stati sfortunati, la traversa di Lavezzi e la girata al volo di Hamsik lo confermano ».
SIAMO IN CORSA -Il girone della mor­te, in effetti, lascia viva ogni ipotesi ed il ballo del Napoli debuttante concede di lasciarsi andare con otti­mismo: il Manchester è alle spalle e l'ansia da prestazione della prima volta è ormai un dettaglio sul quale sorvolare ed il Cavani che se ne va dall'Etihad con l'ennesima perlina per la personale collezione intrave­deorizzonti invitanti e non più om­bre:
«Il raggruppamento è assai du­ro e rimane tale, però abbiamo di­mostrato di potercela giocare con chiunque, di essere in grado di com­petere. Sarà importante non aver paura e sarà importantissimo fare esperienza: il loro pareggio è stato determinato soprattutto da noi».
IL DIAVOLO -Manche­ster 1, Napoli 1: ma il bello deve ancora ve­nire. La gioia è un istante che sfila via veloce e il Cavani che ora aspetta il Milan campione d'Italia e poi il Chievo, la giran­dola del campionato e quella della Champions, una giostra impazzita che non si ferma mai, è giovanotto ulteriormente ringiova­nito da una prodezza che un giorno andrà raccontata:
«La soddisfazio­ne è grossa ma il calcio moderno in­duce a concentraci subito sulle par­tite che verranno. E' vero che c'è il Milan, ma stavolta facciamo una deroga, lasciateci godere un mo­mento questo pareggio che vale tan­tissimo, che conferma ciò che di buono è stato fatto».
Il diavolo può attendere. E in vista del Milan c'è da verificare Lavezzi, dopo la botta al piede: rischia grosso.

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